
di S. K. Falls
La Trama
Il più grande desiderio di Saylor è essere malata così che tutti le stiano accanto e si prendano cura di lei. Ha la Sindrome di Münchausen. Così, quando il suo psichiatra le consiglia di andare a fare volontariato in ospedale, la ragazza accetta con entusiasmo. Inizia a frequentare un gruppo di ragazzi della sua età malati terminali, a uscire con loro, a vederli al di fuori dell'ospedale, a far sempre più parte della loro vita, fingendosi malata. Nel gruppo c'è Drew, un ragazzo bellissimo di cui si innamora. A separarli una tremenda bugia: Saylor non è davvero malata. Ma a stringerli per sempre sarà una crudele verità: Drew sta morendo...
La mia opinione
Quando ho deciso di leggere questo libro mi immaginavo una storia ragazzi-malattia in stile “Colpa delle Stelle” con un finale strappalacrime assurdo, invece da quel punto di vista è andata meglio del previsto. Non aggiungerò altro sull'epilogo, ma visto che è una domanda che in molte mi avete posto, se siete tra le persone che amano i lieto fine potrebbe non andarvi poi così male, almeno per quello che penso io vista la situazione.
Ciò che invece non mi aspettavo per niente, e che mi ha lasciato basita e disgustata (non sto esagerando!), è il comportamento della protagonista principale, unica narratrice della storia. Non ho mai sentito parlare del disturbo fittizio cronico chiamato sindrome di Münchausen di cui soffre Saylor, ma la prima parte del libro in cui la protagonista racconta degli episodi autolesionisti di cui è stata capace mi ha fatto rabbrividire. Non trovo quindi termine migliore che “inquietante” per definire l'inizio di questo romanzo.

La protagonista dovrà affrontare le amare conseguenze delle sue bugie, ed allo stesso tempo intraprendere un percorso di crescita e guarigione dal suo stato mentale.
La nostra ultima canzone non è un libro per tutti: è tosto, intenso, si fa odiare in certe parti e commuovere in altre.
Consigliato a chi è coraggioso, a chi apprezza i romanzi ragazzi-malattia e non si aspetta l'impossibile.
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